La Torre Medievale
La costruzione della Torre, che poi in realtà fa parte di un sistema castrale più esteso, oggi inglobato nelle mura domestiche del Casalicchio, è significativa per capire lo sviluppo economico e urbano del paese. Infatti, l’insediamento che si trova nella parte meridionale del paese nasce per una volontà “politica” che, come detto in precedenza, si contrappone a quella della nobilitas tradizionale, volontà che, probabilmente, è avallata anche dalla Curia regia.
Di fatto, per costruire una struttura così imponente, anche se si tratta di un Castello/deposito, servivano, oltre che una buona quantità di denari, cosa che le gilde mercantili possedevano, anche sostegni politici importanti e visto che da circa un ventennio la situazione politica era si cambiata, ma era ancora abbastanza in bilico a causa delle continue rivolte e dal pericolo Aragonese proveniente dalla Sicilia e da alcune città costiere, la cosa più semplice, per la Curia Regia era accattivarsi le simpatie e la fedeltà della nuova classe borghese nascente, dando, a discapito di una classe nobiliare instabile e spesso voltagabbana, permessi per la costruzione di siti fortificati che si contrapponessero e controllassero i siti feudali più antichi.
Dunque la Torre, o meglio il Castello/deposito, di San Marco nasce col duplice scopo di stipare i beni delle Gilde commerciali e quello, politico, di contrapposizione alla nobiltà che era considerata ormai inaffidabile.
D’altronde anche l’analisi architettonica, lascia poco all’immaginazione, di fatto il torrione, che doveva essere il mastio centrale, il cuore militare del castello, presenta tutti i canoni tipici dell’architettura Angioina. Una torre cilindrica di circa 30m di altezza con l’ingresso rialzato al primo piano, poche aperture e con cinque sale, compresa la grande cisterna inglobata nel rivellino (quest’ultima è una struttura posteriore non coeva alla nascita della Torre).
Esempi stilistici, del tutto simili al monumento sammarchese, si possono rinvenire dall’Abruzzo al basso Lazio, fino alla Puglia e alla Basilicata.
Negli Anni 70 dopo anni di abbandono, la torre venne restaurata per diventare come la vediamo oggi.
Tra gli esempi più palesi vi sono, sicuramente, i castello di Torre di Velia detto anche della Bruca, nel comune di Castellammare della Bruca, che risale, come fondazione agli stessi anni della Torre presente nel sito di San Marco Argentano, infatti Torre della Bruca fu fondata intorno al 1284. Altro sito da prendere ad esempio è il Castello di Bominaco, in Abruzzo in provincia dell’Aquila. Di questo la prima fondazione risale alla metà del XII secolo, mentre la struttura per come la vediamo noi ora, ha subito dei restauri e delle modifiche prima nel 1294, sotto re Carlo II D’Angiò, che ne riedifica le mura e fa ricostruire la torre circolare, anche questa presenta le medesime dimensioni e lo stesso tipo di architettura della suddetta Torre Sammarchese, e nel 1444 Fortebraccio da Montone ne fa restaurare le mura.
Si potrebbero riportare altri esempi, come la parte centrale dei sito di Malvito o di Le Castella o più a nord il castello di Gaeta o ancora la torre di Bitonto e altri che non sto qui ad enumerare.
Altro fattore di sviluppo che si lega alla costruzione della Torre di San Marco Argentano è la via di transito che portava mercanti, e quindi commerci, pellegrini, prelati e stranieri alle porte del Castrum Sancti Marci, come dicevo fortemente legata alla costruzione della torre stessa, non è una semplice “via que vadit[…]via que venit” ma è una via riconosciuta, la Via Malvitana.
dal 1982