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COSTRUZIONI IN TERRA CRUDA

 07 SET 13  - SCRITTO DA WILLIAM AIELLO

Costruire in terra cruda è una tecnica molto diffusa in Calabria e nella Valle del Crati: rientra in quest'area anche San Marco Argentano, che presenta diverse costruzioni di questo tipo, perlopiù dislocate nelle aree agricole ed utilizzate come derrate, frantoi e, meno frequentemente, come abitazione.

 

La tecnica è molto antica, ed è ancora utilizzata in molti paesi dell'Africa settentrionale e in alcuni zone del sud America; nel Meridione d'Italia si è diffusa orietativamente a cavallo tra il XIX e il XX secolo, con una crescita esponenziale nei dopoguerra. Malgrado le apparenze, infatti, costruire in terra cruda significava, anzitutto realizzare opere a bassissimo costo, che si caratterizzano per l'elevata trasmittanza termica (calde d'invero e fresche d'estate) e per l'antisismicità, presentando elementi portanti in legno

 

Oggi rimangono poche tracce di queste costruzioni in mattunazzi (nel gergo locale), alcune molto fatiscenti, ma che destano ancora particolare interesse per gli addetti ai lavori: le costruzioni in terra cruda di San Marco Argentano, infatti, presentano delle peculiarità che vanno dalla presenza di paglia e pulla nell'impasto - che permettono l'elevata trasmittanza - ai rivestimenti esterni di frasche e canne (para viantu), che spesso veniva utilizzato come "toilette", fino all'utilizzo della calce viva sui muri esterni per ridurre l'erosione provocata dalle acque piovane. Anche la lettura  in chiave antropologica è particolarmente interessante, che tuttavia deve essere studiata e approfondita. Certo è che utilizzare gli elementi naturali per costruire (pietra e terra) è il modo più sostenibile per costruire abitazioni; non a caso, forse, ciò ch'è stato costruito centinaia (o migliaia nel caso delle piramidi) di anni fa dalle genti del passato con la pietra o con la terra, ancora è in piedi, mentre ciò che viene costruito con gli elementi artificiali moderni ha una durata limitata.

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